Descrizione
Pisogne
Pisogne. Dei quattro capi attuali del lago: Sarnico, Iseo, Lovere, Pisogne, Iseo è il più antico, poi presero importanza il porto e il mercato di Pisogne; indi sorsero quelli di Lovere e Sarnico. A Pisogne il cristianesimo pose una chiesa battesimale ovvero Pieve, onde s' argomenta che fosse già un capo di pago, ovvero distretto romano, ma di poca' rilevanza, giacché non vi si trovano monumenti romani, e la di lui chiesa primitiva di S. Maria si disse in Silvis segno indubbio che vaste selve fossero ai tempi dei Longobardi o dei Franchi nel sito ove sorse, e che ve la si ponesse solo per l’opportunità del convegno della gente sparta ad abitare nei vici Toline , Grignaghe, Frainee, Somvico, Castrino, Piano. Al nome romano di Castrino nella frazione Gratacasolo fan commento sepolcri romani - che vi si rinvennero. Ivi era alto forno di ferro distrutto da innondazione del 1676, e sboccava la via romana congiungente i Triumplini coi Camuni pei passi di Pezzaze e di Fraine, sui quali si vedono ancora reliquie di torri romane, una delle quali era anche a Somvico superiore. Fraine sul passo aveva antiche fucine. […]. Il nome di Goen alla contrada di Pisogne dove sono l’altoforno del ferro e le fucine, rammenta il gowan scozzese, che vale fabbro, e ci porta a tempi molto antichi, per lo meno ai Longobardi.
Pisogne fu curia del vescovo di Brescia, che vi aveva l’avvocato , il castello e la torre, torre che tuttavia vi sorge sul mercato. Nel 1299 il vescovo di Brescia Berardo Maggi fa convenzione coi Pisognesi, i quali riconoscono d' avere dal vescovo sino dal 1205 avuto investitura di beni oltre l’Oglio, si dichiarano dipendenti dal di lui feudo, gli attribuiscono le decime delle pesche, del sale, del ferro, de' molini si obbligano a custodirne la rocca ed a cacciare per lui. Il vescovo manteneva la famiglia del boia in Pisogne, col feudo soldo, di molino e prati. Pisogne nel 1462 si redense da tante servitù, donando al vescovo una possessione a Bagnolo.
Pisogne, camuno sotto i Romani, nel medioevo, pel mercato fu collegato strettamente ad Iseo, onde il doge Foscari nel 1428 riunendolo a Valcamonica, disse che era jurisdictione et officii Isei. La Pieve vecchia attuale di Pisogne sorse sull’antica, della quale non rimasero tracce, e fu costrutta nel 1485, dipinta poi alla fine di quel secolo nella facciata. La parrocchiale nuova, magnifica pel sito e per la grandezza, si fabbricò dal 1769 al 1798.
A pochi passi da Pisogne, verso la valle, sta la chiesa della Madonna della neve, eretta nel 1400, dove nell’interno serbansi dipinti preziosi a fresco di Romanino, che sul lato esterno settentrionale figurò stupendamente l’adorazione dei Magi, ora quasi affatto smarrita. Sulla facciata, verso la fine del secolo XV, d' ambo i lati della porta, pennello ignoto ma della scuola paesana , dipinse simboli della redenzione e della morte, con allusioni critiche ai vizii del clero. Quel dipinto venne illustrato primamente da noi nel 1846. E notevole a Pisogne anche la facciata della Pieve vecchia con porta maggiore d'arenaria rossa scolpita, chiesa ricostrutta del 1487.
Nessun sito della valle del Po ha condizioni tanto propizie alla siderurgia come Pisogne. Filoni di ferro spatico in Val Rizzolo ed a Grignaghe a lieve altezza, minerale eccellente per ghisa cristallina o lamellare, monti boscosissimi e di facile pendio, forno e fucine al labbro del lago. Il forno di Pisogne fu per eccitamento di Battista Cavallini sino dal 1844 ridotto ad aria calda, e primo in Italia adottò questo progresso, onde potè elevare a 45 quintali di ghisa al giorno il suo prodotto che prima era di 30.
La ghisa di Pisogne è eccellente per la produzione dell’acciaio fino, ed i di lui ferri ebbero distinzioni alle esposizioni di Firenze (1861), di Londra (1862), di Parigi (1867).
[Da Gabriele Rosa, Guida al lago d’Iseo ed alle valli Camonica e di Scalve, Brescia 1886]