Descrizione
Montisola
Montisola. Ha sette km. di circuito, e la sua cima occupata dal Santuario della Madonna della Seggiola si raggiunge in meno d'un'ora. Di là si gode forse il più bel colpo d'occhio di tutto il lago.
Peschiera Maraglio, uno dei due comuni dell'Isola conta 282 abitanti, quasi tutti pescatori e fabbricatori di reti, meno una famiglia di costruttori di barche. Vi ha villeggiatura la cospicua famiglia Maraglio. In un piccolo albergo, Alla Democrazia, ricordato dall' Ulmann, il forestiero può trovare una cucina frugale, ma pulita e buona, specialmente in genere di pesci, e alloggio in due camere veramente belle e allegre. Il resto, tranne la chiesa e le case di villeggiatura dei Signori Maraglio, sono tutte vispe casette con balconate in legno, stradette, che ricordano le calli di Venezia e i carugi genovesi, scavalcate da ponticelli di legno o da archetti di pietra; qualche avanzo dell'antica rocca Oldofredi, e una lunga fila variopinta di barchette da pescatore. Reti da per tutto e gruppi di donne sull'uscio intorno all' arcolaio, che lavorano con sveltezza meravigliosa le macchie della rete. Dal Montisola partono reti da pesca e da uccellanda e fabbricatori per l'Italia e per l'estero.
Gite. Oltre alle passeggiate per barca ai vicini punti del golfo di Sale e all'isolino, ve n'è una a piedi unica per numero e per vaghezza da Peschiera a Sensole. È un sentiero che serpeggia fra gli ulivi lungo il lembo meridionale dell'isola, sempre verde e fiorito e precocemente olezzante di viole.
Difeso com'è dai venti del Nord, che ottimo soggiorno sarebbe questo luogo per l'inverno!
Salendo da Sensole per una strada mulattiera si giunge in pochi minuti a Mimino frazione di Siviano, dove con alcuni soldi di mancia un contadino vi porta un ordigno per dare la scalata alla Rocca Martinengo. Il maschio rotondo in mezzo è più antico, le mura intorno e le aperture sono dell'epoca spagnola; sull'arco della porta in pietra di Sarnico è scritto il motto Ex-alto. L'interno è un cortile alto e alcune stanze sotterranee, colle volte ben conservate, le stanze superiori sono rovinate.
L'impressione grande che si prova lassù risulta da un misto di fantasticherie sul passato, e dalla veduta ampia e stupenda che si stende intorno. È tradizione che le barche che non avessero salutato calando la vela, erano fatte bersaglio delle colubrine del castello. Il promontorio su cui sorge la Rocca è chiamato la puta (punta) de herr.
Proseguendo da Mimino per una stradetta sempre piana si trova la Villa Bonardi in mezzo a campagne ubertose e poi Siviano, la capitale dell'Isola (ab. circa mille) con avanzi di torri. Caratteristico il bel campanile merlato.
La popolazione vive di agricoltura e dell'industria delle reti.
Anticamente il monte era tutto coperto di larici e di abeti, ora del tutto scomparsi per dar luogo alla coltivazione della vite, dell'ulivo, del castagno e del bosco ceduo. Vi si vedono parecchie uccellande. Al Porto di Siviano è la Villa Zattini battezzata col nome di Solitudine.
In paese e sul porto v'è qualche osteria, dove si può mangiare un boccone - Appartamenti per villeggiatura
in qualche casa privata.
Proseguendo per la strada lungo il declivio settentrionale si fa capo alla frazione di Carzano, luogo allegro
di fronte a Sale; pescatori e reti anche qui. Altri gruppi di case sono su pel monte.
[Da dott. Bernardo Sina, Guida del lago d'Iseo illustrata con 35 incisioni e carta geografica, Bergamo, 1896]