La toponomastica maronese – lettere U-V-Z
Roberto Predali
U
Unità d’Italia, via
Via di recente costruzione che permette l’accesso all’Asilo nido.
V
Vag, Vac, cascina
Posta nella Valle di Gasso, il fabbricato è poco a Ovest della cascina Gasso. Entrambe le cascine, nel 1808, sono edificate nel mappale 1263 (unico proprietario): nel 1785 i fratelli Zanotti detti Rós de Sóta hanno una stalla e fienile in contrada di Gazzo. Nel 1842, nel 1898 e nel catasto attuale la cascina è, ancora, un piccolo fabbricato (oggi in disuso) nel campo con il mappale 1263 (quella Gasso è il mappale 1635).
§~ In dialetto bresciano Vach = bacìo, non raggiunto dai raggi del sole, esposto a tramontana; si contrappone a Sulìt/Sulìf = solatio, assolato, soleggiato.
Vac de Sèser, bosco
Bosco sul confine con il comune di Gardone Val Trompia (mappale 1093) tra la Valle di Sèsser e la Valle di Fontanazzo.
Vaga, Vac, cascina
Nel 1573, Giovanni Francesco Cressini o Cristini, cittadino, possiede «un’altra pezza di terra prativa, boschiva, corniva […] cont:a de Cros per indeviso con li heredi de Filippo Cresi, con uno bregno dentro per indevis con li heredi del q. Filippo Cresi ss:to, […] pio quindeci»; nel 1641 la proprietà è passata in toto al figlio di Francesco, Giovanni. Nel 1785, forse, la proprietà della sola cascina è passata alla Comunità di Zone.
Nel 1808 la cascina è il mappale 1361; dal 1842 al catasto attuale è il mappale 1644.
È, oggi, il rifugio Croce di Marone.
Val Abiöl, valle
È il versante Est della valle nel mappale 1537, di fronte alla Val Seda a Nord della via del Monte e della Pertenegola.
§~ Dal latino Alveolus, diminutivo di Alveus = letto del fiume.
Val à Monte il Frer, contrada della
Il toponimo compare solo nel 1573: «Una pezza di terra aradora vidata olivata contrata della Val à Monte il Frer a mezzodi li heredi di Batt:a di Lud:co tavoli tredeci». Dai confini - Battista Guerini di Ludovico abita a Marone - forse era in prossimità del forno fusorio.
§~ In dialetto bresciano, Frér = fabbro.
Val Casvega, contrada di
Nel 1573 - il toponimo non compare in altri documenti - Cristofforo Cafelli possiede «Una pezza di terra, castigniva, guastiva, montiva, cont:a de Val Casvega […] pio uno»; è detta anche Val Casanega.
Zona, probabilmente, a Est di Grumello, a sinistra dell’Òpol.
§~ Etimo oscuro.
Val Cüra, valle
La valle attraversa i mappali 3180 e 1208 e Mazai e Mazzain ed è percorsa dal rio Val Finale.
§~ Forse, anticamente, era detta Val Scüra = valle scura [?].
Val Daverna, contrada della
Nel 1573: «Un’altra [pezza di terra] prativa, et boschiva cont:a della Val Daverna à una parte Comune de Maro, parte il Comun de Valsabbio [Valtrompia, ndr] tavole novanta». È detta anche, nel 1641, Val di Doverna: «Una pezza di terra boschiva, corniva in contrada di Val di Doverna, confina à mezodi il Comune di Sale, et dalle altre il Comune di Marone di tavole quaranta».
Zona a Sud-Est della località Croce di Marone.
§~ Se la la forma originaria fosse Val di Doverna, sarebbe possibile la derivazione dal dialettale bresciano Duf = giogo.
Val de Ariolo, contrada
Il toponimo indica, genericamente, la sinistra idrografica del torrente Òpol nei pressi di Ariolo.
Vedi Ariolo e Òpol.
Valle del Carpino, val del Càrpen, valle e rio
La valle, in gran parte boscosa, è sul confine con il comune di Zone e a Nord di Cricole e a Est di Palastrone, nel mappale 5477, attraversata da un rio minore omonimo.
§~ In dialetto bresciano, Càrpen = Carpino, una varietà di pianta.
Val Fellera, valle
Valle nel mappale 1248, a Sud-Est della punta omonima.
§~ Vedi Punta Fellera.
Val Finale, Val Finàl, rio
Torrente che attraversa la Val Cüra e si immette, a Sud di Mazzain, nell’Òpol.
Vi è una Val Finale anche al confine con il comune di Pisogne.
§~ In dialetto bresciano, Finì = finire, portare a termine; il torrente nasce esattamente sul confine tra i comuni di Marone e Zone; quindi, Finàl = confine.
Valloera, valle
Valle, bosco comunale e cascina - questa è il mappale 2287 a 1005 m s.l.m. che è solo nelle mappe più recenti -; è il versante Nord-Est della valle del torrente dell’Acqua Santa, tra le cascine Foppella e Spino.
Il toponimo ricorre già nel 1573 tra i beni del comune di Marone: «un’altra [pezza di terra] boschiva, valliva, corniva, detta Val Lovera […] pio cinque»; nel 1641: «una pezza di terra montiva, boschiva, corniva, et spinosa in contrada di Val Lovera […] di pio cinque»; nel 1785 i Guerini di Caporale sono proprietari di 1½ piò di bosco in contrada di Valdoverna.
§~ Per lo Gnaga il toponimo deriva dal latino Luparia = tana di lupi.
In dialetto bresciano, Loéra = cavità, trappola per i lupi, ma anche luogo posto in basso.
In latino medievale, Loeriun = Pretium conductionis = di animali, locazione, contratto di affitto, [Du Cange].
Val Mora, valle
Sulla sinistra idrografica dell’Òpol, nel bosco Orto, la valle, dal monte omonimo, giunge fino al torrente.
§~ Nel 1573 tutto il bosco sulla sinistra dell’Òpol era chiamato Rocca e nel 1641 Rota ed era descritto come un «monte boschivo, vallivo, grottivo, cornivo, negro». In dialetto bresciano, Móro = «bruno, di colore nereggiante», [Melchiori].
Val Ortighera, cascina
Valle Ortighera, contrada
Pascolo e cascina comunale - il toponimo è documentato fin dal 1500 - posti a Est di Croce di Marone; anticamente era di dimensioni notevolmente maggiori dell’attuale pascolo.
Nel 1641 il pascolo è così descritto: «Un’altra pezza di terra montiva, corniva, murachiva, et guastiva in contrada della Valle Ortighera che si pascola la tempo dell’estate, confina à mattina il Comune di Cesovo, à mezodi il Comune di Inzino di Valtrompia, à sera particolari, à monte la montagna, chiamata il Gulem, qual non ha misura».
La cascina compare nelle mappe del 1808 in poi.
La cascina è costituita - oggi - dai mappali 3792 e 5295; nel 1808, nel 1842 e nel 1898 il pascolo e la cascina erano il mappale 1364.
§~ Gnaga indica Ortighér = luogo pieno di ortiche;.
In dialetto bresciano Urtìga = ortica, dal latino Urtica, connesso con Urere = bruciare, a indicare l’effetto irritante della pianta.
Val Pintana
Valle a Sud-Est di Collepiano lungo il corso dell’Òpol, in corrispondenza dell’omonimo ponte.
L’intera zona, dal ponte sull’Òpol alla scomparsa Ràta de Caàl, è stata completamente rimodulata con la costruzione della “superstrada s. p. 510”.
I fratelli dai due gozzi
Molti e molti anni fa, prima del Concilio di Trento, vivevano a Marone due fratelli che avevano il gozzo.
Una sera, il maggiore doveva andare in montagna per dare il cambio a suo padre. Lungo il viottolo, verso il Ponte della Valpintana, sentì in un prato ballare e cantare. Allora volle vedere cosa succedeva e andò anche lui. Vide degli spiriti che facevano baldoria e lo invitarono. Quando ebbe mangiato e bevuto s’incamminò. Gli spiriti lo fermarono e gli dissero: «Quando sarai arrivato a quella siepe, ti volterai verso la valle». L’uomo fece come gli avevano detto. Si voltò e vide che non aveva più il gozzo.
La mattina seguente ritornò verso casa. Arrivato, vide suo fratello che gli si avvicinò con invidia, vedendo che non aveva più il gozzo.
Allora chiese al fratello fortunato, dove fosse stato quella notte.
Il fratello maggiore con garbo gli rispose che era stato a mangiare e bere con degli uomini-spiriti, e, arrivato a un certo punto, si era accorto di non avere più il gozzo.
Allora il fratello invidioso la sera seguente volle andare anche lui.
Accadde che anche questo fratello sentisse e vedesse gli stessi spiriti. Mangiò e bevve anche lui. Gli spiriti gli dissero le stesse parole. Quando arrivò a quella siepe, si accorse di avere attaccato al proprio anche il gozzo del fratello maggiore.
§~ In latino medievale, Pontanarius = operaio addetto alla costruzione dei ponti; in latino Pons, tis = ponte. A Marone, nella mappa del 1808, sono indicati due soli ponti in pietra, quello di via 4 Novembre che serviva a far transitare le pesanti ruote di mulino, e quello della val Pintana.
Val Pintana, via
La via val Pintana, oggi, si stacca da via Ronchi a Pregasso e giunge fino a Collepiano.
Anticamente era detta Strada pubblica detta Gambalone fino al ponte e poi Strada pubblica detta Fontania (1808); nel 1842 il trattto dal ponte fino a Collepiano è detto Strada comunale detta di Piane; nel 1898 è detta Strada comunale da Pregasso a Cavallo e dopo il ponte Strada comunale Piana.
Val, contrada della
Il toponimo, nel 1573, indica i terreni sulla sinistra idrografica del Bagnadore, tra Ponzano e Marone, a Nord della Sèstola. Nel 1641 e nel 1785 il toponimo non compare e il lemma Val è sempre associato a un altro toponimo.
§~ Vedi anche Vallone.
Valleriana, via
Per il territorio bresciano la via Valleriana (non Valeriana) - strada pedonale, solo in alcuni tratti carrabile, presumibilmente medievale - costituì per secoli il passaggio terrestre obbligato verso la Vallecamonica.
Il sentiero è stato recuperato e riaperto nel 2002.
La via Valleriana si sviluppa lungo l’entroterra della sponda bresciana del lago, passando per i comuni di Iseo, in frazione Pilzone, Sulzano, Sale Marasino, Marone, Zone e Pisogne.
Il tracciato è tutt’oggi battuto in parte da mulattiera e in parte da sentiero, conservando, spesso, il ciottolato originario. Il percorso è delineato, in molti tratti, da un muro di sassi sia a monte che a valle.
Lungo la via Valleriana, fino all’altezza di zone, le colline della sponda orientale del lago sono caratterizzate da ampi boschi di castagno, coltivazioni di ulivi e terrazzi morenici costituiti in murature in pietra a secco.
Superata la Croce di Zone (903 metri s.l.m.), si intraprende la strada che in circa due ore conduce a Pisogne. Questo tratto è caratterizzato da boschi di abete rosso e faggio, intercalati da prati nella parte alta, e da maggenghi (pascoli situati a una media altezza in cui si portano le greggi in primavera) e pascoli verso valle. Notevoli le risorse artistiche rintracciabili lungo il percorso.
Lunghezza = Km 20 km.
Nel territorio di Marone inizia - dal confine con il comune di Sale Marasino – da via Remina e prosegue, poi, con le vie San Pietro, Val Pintana, via Zone, Mazzini, Castello, nuovamente via Zone – attraversando Campadèl, Dossi, il Baldo, Palastrone - fino al confine con il comune di Zone.
§~ In latino, Vallis, is = valle; via che porta e che attraversa la valle.
Valle d’Ariol e Forcelato, contrada
È variante di Lodreno, la zona a Est di Ariolo e sotto Pregasso.
§~ In dialetto bresciano, Forsèla = forcella, sinonimo di passo.
Valle di Santo Pietro, contrada della
La valle, formata dal torrente Òpol, è posta tra la cascina Nei a Nord-Est e la cascina Bontempo a Sud-Est; vi sorge la cascina San Pietro. Negli estimi è detta anche Valle delli Preti e Valle di Pietre.
Nel 1573 si trova: «Un’altra [pezza di terra] prativa, valliva, cont:a de Valle S:to Pietro […] tavole cinquanta»; nel 1641 vi sono due appezzamenti: «Una pezza di terra montiva, prattiva, corniva, et guastiva in contrada della Valle di Santo Pietro […] di pio uno tavole settanta» e quello citato in relazione alla cascina omonima (mappale 3811).
Valle di Pregno
Nel 1785 è una località limitrofa alla cascina Vernasca, a Sud-Est, verso la cascina Bregno.
§~ Errata trascrizione di Bregno.
Valle e Gabbino e Forcelato, terreno
È un campo nella zona a Est di Ariolo, nella sinistra idrografica della Valle dell’Òpol, verso Pregasso, detta anche Lodreno.
§~ L’Olivieri indica come possibile origine del toponimo Gabia = letto dì torrente e Gaba = acqua sorgiva corrente.
In latino medievale, Gaba e Gabia = strada infossata [Du Cange].
Vedi anche Forcellato.
Vallone, contrada del
«Una pezza di terra aradora, vidata, et parte lamitiva, et corniva in contrada di Vallone, confina […] à mezodi il dugale di tavole quatordeci»: il toponimo si trova solo nel 1641 e denomina, nello specifico, le aree oggi parco ex villa Vismara ed ex Cittadini e, più in generale - spesso nell’errata trascrizione Vialone - le aree tra Ponzano e Marone immediatamente sulla sinistra idrografica del Bagnadore.
§~ Accrescitivo di Valle.
Val Séda, dosso e valle
Il Dosso Val Séda è nel mappale 1537, tra la Valle della Madonna e la valle omonima; è il versante Ovest della valle nel mappale 1537, di fronte alla Val Abiöl, a Est del dosso omonimo; vi scorre un affluente dell’Òpol. L’intera area è impervia e boschiva.
§~ In latino medievale, Seda = Sedes = Locus idoneus ad construendum ædificium = luogo adatto a costrirvi edifici; Sedimen = spesso è sinonimo di abitazione. [Du Cange].
Più probabile dal latino, Sedimen, Sedimentum = di terreno, sprofondamento; fondo, roccia sedimentaria.
Valle dei Preti, prato e bosco
Nel 1641, la Chiesa parrocchiale di Sale Marasino possiede, a Marone, «una pezza di terra à mattina della terra prativa, et boschiva [a Est della Madonna della Rota, ndr] nella contrata della Valle delli Preti [...] di piò duoi, est:a lire vinti».
Oggi è il prato con una porzione di bosco dei mappali 1320 (bosco) e 1321 (prato e bosco) tra il Corno dell’Acqua Santa, a Nord, e Fontanazzo, a Sud.
Valle della Madonna, valle
Valle a Nord della Madonna della Rota, nel mappale 1598, rocciosa sul versante Ovest e a bosco a Est.
Valle di Inzino, valli e torrenti
La valle di Inzino - e il torrente omonimo chiamato Scaletta nel 1808 - inizia in Croce di Marone e prosegue fino al confine con Marcheno (dove prende il nome di Re d’Inzino); all’altezza della Scaletta vi confluisce un torrentello che nasce in Sèsser (nella mappa del 1808 è detto Ruscello di Sèsser).
Vallone dei Fónc', valle
Valle che attraversa l’omonimo bosco (nel mappale 1642).
§~ Vedi Fónc'.
Val Pidù, valle
Nella mappa del 1808 è detto filone Pidù: è la valle che, dal confine di Zone, giunge alla cascina Lèrt.
§~ [?] In latino medievale, Piduare = misurare, [Du Cange].
Etimo incerto; forse, anticamente, era detta Val Pisù (cfr. Pnisù)?
Valzello, torrente
Nella mappa del 1808 il torrente Valzello inizia, poco a Ovest di Pregasso, all’incrocio tra via della Chiusura e via Vesto; dopo aver attraversato i campi delle località Sotto Vesto, Moie, Aqua Marza e Rodel sfocia nel lago d’Iseo. Oggi è intubato e interrato.
Nel 1785 a Pregasso vi è un campo detto Valzello.
§~ Il termine non compare nei vocabolari del dialetto bresciano, anche se si dice Varzèl, Vardèl = piccolo corso d’acqua.
Varzèl, Vardèl sono diffusi nella toponomastica bresciana. Da Valle con suffisso diminutivo e passaggio al genere maschile.
Vardèl de Crós, bosco e torrente
Bosco a Nord di Ortighéra, mappale 1366.
Nella mappa del 1808 il mappale 1366 comprende tutti pascoli a Est di Ortighéra (compresa) e il torrente Scaletta, oggi Val d’Inzino e i suoi affluenti, nascono nel o in prossimità del toponimo. Nelle mappe on-line della Provincia di Brescia (http://sit.provincia.bs.it/gfmaplet) vi nasce un rio affluente del Val d’Inzino.
§~ Vedi Valzello. In dialetto bresciano, Crós, Crus = croce, incrocio (la località Croce di Marone è poco a Sud-Ovest)
Vardella, la, bosco
È il bosco posto tra l’Òpol a Nord e Gambalobe a Sud, pressappoco corrispondente ai mappali 906 e 907.
§~ Femminile di Vardèl, vedi.
Vaticano, il, edificio civile
Così è chiamata la casa a corte con portale in marmo bianco, portico e loggia, sul lungolago di Marone - mappale 13, che nel Seicento era dei Fenaroli e nell’Ottocento di Pietro Ghitti e ora è proprietà Magnani.
Vela, Có de Èla
Il toponimo indica, oggi, l’area della villa romana e quella del campeggio Vela.
§~ Vedi contrada di Villa.
Venturello, Entürel, contrada di Vesto detta, terreno
Campo a Nord di Vesto. Nel 1785 è proprietà - campo arativo vitato e olivato di oltre 1½ piò che confina con il Valzello e con la casa di famiglia - di don Giovanni Maria Guerini dei Fontane. Nel 1808 e nel 1842 è il mappale 803 e vi sorge la cascina Gremoli; nel 1898 e nel catasto attuale i mappali sono il 1772 e 2425. La cascina ha il mappale 5441.
§~ Venturelli è un cognome.
Verli, Verlì, contrada di
Verli, Verlì, cascina
La località e la cascina Verlì sono a destra del torrente Bagnadore sul confine con il comune di Zone.
Nell’estimo del 1573 è citata la contrada di Verli, Verle o Vreijlino ma non vi sono fabbricati; nel 1641 è detta contrada di Verlino; la stessa denominazione è anche nel 1785; i terreni sono prati ma non sono indicati edifici. La cascina compare nella mappa del 1808 con il mappale 1060. Dal 1842 a oggi è il mappale 656.
§~ Per lo Gnaga, Verla = cardo, di cui Verlì è il diminutivo.
Verlino e Derocco
Il toponimo si trova solo nel 1785 e riguarda 5 campi, di cui uno si chiama Derocco, così descritti: «Una pezza di terra prativa, boschiva e grottiva [confina] a mezodì la valle» di 3,71 piò.
§~ In latino medievale, Derocare, Derrocare = arborem exstirpare = estirpare arberi, [Du Cange].
Vernasca, cascina
Vernasca, contrada
Cascina, circondata da prati e boschi, posta a 975 m s.l.m. a Est di Marone e a Sud-Est di Punta Tisdel; è il mappale 1654.
È citata più volte nel 1573.
Nel 1641 la località è così descritta: «Una pezza di terra in cima al monte prattiva, boschiva, corniva in contrada delle Vernasche, et Valle di Pregno […] di pio otto». Sempre nel 1641 Stefano Guerini possiede: «Una pezza di terra montiva, prattiva, corniva, guastiva, et boschiva in contrada della Vernazza di pio otto indivisa con Marco suo frattello per la mittà pio quattro […]. Una staletta con fenile in detta terra indivisa ut supra».
Nel 1785 è detta contrada della Vernasche. Un terreno a prato di 2 piò e 67 tavole è proprietà di Pietro Scaglia di Sale Marasino; anche i fratelli Zanotti Rós possiedono 4 piò di terreno a pascolo; terreni di circa 3 piò e mezzo in Vernasca sono proprietà anche di due famiglie Guerini di Vesto, i Caporale e i Ballottini. La cascina, descritta cone stalla e fienile, è proprietà comune ai quattro.
Nei documenti è detta anche Vernacchi, Vernasca, Vernasche, Vernasche et Valle di Pregno, Vernaschi, Vernazdora, Vernazza, Vernazze.
§~ Per lo Gnaga e l’Olivieri, Verna = ontano.
In latino medievale, Verna, Vernia, Vernaria = vigneto, [Du Cange].
Vernaschetto, terreno
Prato a Sud-Ovest del Corno dell’Acqua Santa con il mappale 1003.
§~ Vedi Vernasca.
Vernaschino, bosco
Porzione del bosco a Est della cascina Vernasca (mappali 1982 e 1983).
§~ Vedi Vernasca.
Vesto, strada pubblica va a
Era detta, nel 1808, Strada pubblica va a Vesto il tratto dalla seconda salita fino a Vesto, dove era via interna, fino all’innesto con via Chiusura. Nel 1842 e nel 1898 è denominata Strada pubblica di Vesto.
Vesto, Vèst, Èst, contrada
È la frazione di Marone che, con Vello, ha mantenuto - almeno nel nucleo originario - le antiche caratteristiche di villaggio medievale.
Come per le altre frazioni del comune, nelle mappe più antiche, (napoleonica del 1808 e austrica del 1852) i percorsi delle vie di comunicazione erano, spesso, diversi dagli attuali.
Nel 1808 non era ancora stata costruita la litoranea (che non compare neppure nella mappa del 1852): dal confine con Sale Marasino la via principale di accesso a Marone era in periodo napoleonico lo Stradone va a Sale e in quello austriaco la Strada comunale detta della Riviera (dal cimitero - costruito dopo il 1808 - al confine sono l’attuale via Caraglio).
Quella che oggi è via Gandane nel 1808 è la Strada pubblica detta Carrai e nel 1852 è la Strada Comunale detta dei Carai.
Nel catasto unitario - dopo la costruzione della ferrovia - compare la via del Ringhino (è quella che dall’estremità di via Caraglio attraversa, con un ponticello, la ferrovia).
Oggi Vesto è l’agglomerato urbano composto dall’antico insediamento e dalle nuove costruzioni a valle, in località Gandane con il villaggio Andrea Morandini.
§~ Forse dal latino medievale, Vestus = Ager cultus = campo coltivato; Vestire = Colere, agrum excolere = coltivare con cura un campo, [Du Cange].
Vesto, via
La via inizia al Borgonuovo, dove termina via Alagi, e - passando sotto il colle di San Pietro giunge a Vesto, dove è anche via interna fino all’innesto con via San Pietro.
Anticamente era detta via Sotto Rocca.
Vedi Strada comunale detta Sotto Rocca.
Vialone, contrada
Nel 1641: «Una pezza di terra aradora, et prattiva nella contrada di Panei, à mattina alla detta terra [della Cavana] à monte il Vialone di tavole cinquanta cinque». Si trovano anche i toponimi Vialone di Sopra Ponzano e, in contrada di Ponzano, una pezza di terra detta Vialone.
§~ È una storpiatura di Vallone (vedi).
Vià de Marcion, via
La via delimita - dalla Valle di Gasso agli Stai - i confini del comune di Marone con Zone; da Croce di Marone porta al monte Gölem.
§~ Marciòn era, nei documenti cinquecenteschi, la grafia di Marcheno.
Via de San Carlo, sentiero
Sentiero - sentér de càvre, sentiero da capre, pericoloso - che, dal confine con Zone, sotto la cava di Calarusso, conduce verso Guì.
Vialone, contrada Bagnadore detta, terreno
Nel 1785, tra i beni del fedecommesso Ghitti di Bagnadore vi è un appezzamento, detto Vialone, di poco più di 1 piò arativo, vitato e olivato - che si dice denominato Caneva nel 1641e già proprietà dell’avo Giovanni Pietro - in contrada di Rov[adine]. Nelle tre versioni in nostro possesso dell’estimo del 1641 il terreno e il relativo toponimo non compaiono.
§~ Errata trascrizione di Vallone (vedi).
Villa romana, ruderi
Vedi: I siti Archeologici di Marone.
Villa Vismara
Oggi sede della Biblioteca Comunale, in via Roma 83.
La villa è stata costruita dalla famiglia Vismara, industriali serici, nei primi anni del ’900.
Vedi, anche, Centro civico don Riccardo Benedetti.
§~ Dal cognome Vismara.
Villa, di, contrada
La contrada di Villa era la parte più a Sud-Est della Breda: era delimitata, a monte, dalla Strada comunale di Ela e, a valle, da Rodel.
Nel 1573 si trova «Un’altra [pezza di terra] uts:a cont:a de Villa, à diman strada, à sera il lago pio uno tavole dodeci»; la strada a Nord è via Caraglio.
§~ Per lo Gnaga da Vela, voce del Polesine per campo triangolare; la forma a triangolo della zona anticamente non esisteva (è data dalla strada provinciale di ottocentesca fattura, ma il toponimo è precedente) e si nota solo se a Vela o Éla si aggiungono, a valle di via Caraglio, Rodel e la zona a lago di Carai.
Probabile un riferimento all’esistenza della villa romana del I secolo d. C.; in latino, Villa = unità residenziale e produttiva.
Villa, strada comunale di (1842) e strada comunale di Ela (1898)
Via scomparsa con la costruzione della ferrovia; ne rimangono tracce. Da via Caraglio, perpendicolarmente, scendeva a lago; a nord della via vi è il terreno detto Capèl del Prét.
Vit, contrada della
Vite e Vigna, contrada di Pregasso detta, terreno
Vigni, contrada di
Nel 1573: «Un altra [pezza di terra] arad:a, vid:a, guast:a, olivata cont:a della Vit […] pio uno tav:e cinquanta». Nel 1641 lo stesso appezzamento è in contrada della Vitte: «Una pezza di terra aradora, vidata, et parte murachiva, in contrada [di Pregasso] chiamata la Vitte […] di pio uno tavole cinq:ta cinque».
Nel 1785, proprietà degli Zanotti dei Rós, l’appezzamento, di 3 piò poiché riunisce il terreno Vit con quello detto Vigna, è detto Vite e Vigna in contrada di Pregasso.
§~ In dialetto bresciano Vit = vite, vitigno.
Nel 1573: «Un’altra [pezza di terra] prativa, montiva, boschiva, guastiva, cont:a di Vigni […] pio duoi tavole quaranta cinque».
Vittoria, cascina
Vittorie, cascina
La cascina è a Est di Pregasso e della cascina Prati, tra le cascine Afra a Nord e Bondioli a Sud. Nel 1808 il fabbricato è nel mappale 833; dal 1842, sempre all’interno del mappale 833 (prato) il fabbricato ha il mappale 121.
Nella mappa del 1808, tra la cascina Piane e quella Daque, vi è una cascina detta Vittorie, con il mappale - oggi come allora - 1234
§~ Una famiglia Cristini di Pregasso era detta dei Signorelli della Vittoria.
Vittorio Emanuele, piazza
Posta a sinistra della parrocchiale, è tra via Roma e il Lungolago Guglielmo Marconi.
§~ Non è specificato, ma si tratta di Vittorio Emanuele II, primogenito di Carlo Alberto di Savoia, re di Sardegna dal 1849 al 1861 e primo re d’Italia dal 34 marzo 1861 al 1878.
Come riporta la lapide di marmo murata nella parrocchiale la denominazione Piazza Vittorio Emanuele fu adottata per delibera comunale l’8 settembre 1895.
Volta di Pilato
La Volta di Pilato è la lunga curva che fa la strada carrabile che porta in Gölem. Nella mappa CTR è indicata la località Volta di Pilato a nord di Pèndule.
§~ In dialetto bresciano, Vólta =curva di strada o di fiume.
Z
Zampoi, contrada del
Nel 1573 Antonio Zanotti possiede «Un’altra [pezza di terra] prativa, guastiva, arativa cont:a del Zampoi […] tavole trenta cinque».
§~ Etimo oscuro.
Zan, contrada di
Il toponimo è citato una sola volta nel 1641 e riguarda un appezzamento di proprietà di Antonio Guerini fu Battista: «Una pezza di terra aradora, vidata, olivata, et parte lamitiva, guastiva in contrada di Zan di tavole novanta otto».
§~ Zan è, nei documenti cinquecenteschi, la forma contratta sia di Giovanni sia di Zanotti.
Zani/Zane, cascina
Cascina in Monte di Marone, a Nord della cascina Caffei/Tomasino. È detta Zanj nel 1808 con il mappale 1046 (terreno e fabbricato); nel 1842 è denominata Casetto detto Zane con i mappali 408, 480 e 1483; nel 1898 è costituita dai mappali 408 e 480; nel catasto attuale i mappali sono il 408, 480 e 4738.
§~ Dal cognome Zeni o Zanotti?
Zanardelli Giuseppe, via
Nel 1808 è denominata Strada pubblica detta di Ariolo e comprende anche un tratto dell’attuale via Giulio Guerini. Nella mappa del Catasto austriaco è denominata via della Cavana mentre nelle mappe unitarie non è riportato il nome.
Anticamente era la contrada del Gallo.
§~ Personaggio storico.
Giuseppe Zanardelli [Brescia, 26 ottobre 1826 - Toscolano Maderno, 26 dicembre 1903] è stato un patriota e politico italiano. Ministro dei Lavori Pubblici nel primo governo Depretis del 1876, Ministro della Giustizia nel governo Depretis del 1881 e Presidente del Consiglio dal 15 febbraio 1901 al 3 novembre 1903.
Zanetti, contrada delli
Il toponimo è citato una sola volta nel 1573: «Un’altra arad:a, olivata, corniva cont:a delli Zanetti […] tavole sette».
§~ Dal cognome, storpiato, Zanotti o da Zanatta, un certo Livio, citato più volte nell’estimo del 1573, come usuraio.
Zas, contrada del
Il toponimo è citato una sola volta nel 1573: «Un’altra [pezza di terra] arad:a, vidata cont:a del Zas […] tavole trenta».
§~ Forse per Sas = sasso, ciottolo.
Zelady, contrada di Collepiano chiamata, terreno
Il toponimo è citato una sola volta nel 1641 e riguarda un appezzamento a Collepiano: «Una pezza di terra aradora, vidata, et parte corniva in detta contrada [di Collepiano], chiamata Zelady […] di tavole quaranta cinque».
§~ [?] In latino medievale, Zelaria, Zeladina = gelatina, carne o pesce in gelatina [Du Cange]. Terreno molle?
Zi, Contrada del
Il toponimo si trova una sola volta nel 1573: «Un’altra [pezza di terra] arat:, vit:a, cont:a del Zi […] tav:e vinti otto».
§~ Nell’estimo del 1573, Zi è una grafia del cognome Zeni.
Zibiana, contrada di Ponzano, detta
Nel 1785 è una pezza di terra «arradora, vidata, olivata e lumettiva» di 40 tavole - di proprietà di Bortolo Ghitti fu Bortolo dei Bertolini - che confina a Est e Nord con una strada.
§~ [?] In dialetto bresciano, Zöbia = Giuggiola, frutto del Giuggiolo, dal sapore dolce, detto anche dattero cinese. La coltivazione fu introdotta dai Romani.
Zigoli, di, contrada
Citata una sola volta nell’estimo del 1573: «Una pezza di terra arad:a, vidata, limetiva, cont:a de Zigoli […] tavole trenta sette».
§~ Dal cognome Gigola che nel XVI secolo è spesso scritto Zigoli.
In dialetto bresciano Sigola = cipolla. Sempre nel dialetto, ma meno probabili: Sigol e Zigol = mostarda, mosto cotto; Zigol = giunco.
La famiglia Gigola era detta del Castèl perché molti suoi membri abitavano a Collepiano in contrada di Castello. Forse, altro nome della contrada Castello.
Zinello, contrada di Villa detta, terreno
Zinello e Fogne, contrada
La località è denominata Zinello e Fogne (1785), altrove solo Zinello, in contrada di Villa (1785) ed è posta a Nord-Ovest dell’Aqua Marza, dove termina la salita di via Caraglio (andando verso Marone): vi sono le abitazioni e i terreni di Tone Cicio (mappale 598), Tone Brancàc' (2626) e Ghirardelli (2627).
§~ Vedi Sinello.
Zisto, contrada del
Nel 1641 Giovanni Battista Guerini fu Martino - che abita a Vesto - possiede «Un’altra [pezza di terra] aradora, vidata in contrada del Zisto, confina […] à monte il valzello di tavole otto». Il toponimo compare solo in questo estimo.
§~ [?] Forse per Sito = luogo, voce anche dialettale.
Zocchi, contrada di
Nel 1573, Antonio Zeni - che abita a Vesto - possiede «Un’altra [pezza di terra] arad:a, vidata, olivata, murachiva, guastiva, cont:a de Zocchi […] pio uno tavole trenta nove». Nel 1641 il toponimo compare 5 volte come Zocchi, 1 volta è Zocche e 1 Zocchino.
§~ In dialetto bresciano Sòch = ceppo, base del tronco, piede dell’albero.
Zocchi, contrada Sotto Vesto detta, terreno
Nel 1785, un appezzamento di 1 piò e 38 tavole in contrada di sotto Vesto, denominato Zocchi e piazza secca, è proprietà dei fratelli Guerini fu Marco Francesco dei Carossa; Giovanni Maria Guerini dei Fontane, sempre nel 1785, possiede 2 piccoli appezzamenti in contrada di Zochi.
Ancora oggi il terreno, posto poco a Sud della chiesa verso Gandane, è chiamato i Sòch.
Zor, contrada di, pezza di terra detta Zor
Nel 1785, unica citazione, un appezzamento di 1 piò e 35 tavole in contrada Zor, detto Zor a Vesto, è proprietà dei fratelli Guerini fu Marco Francesco dei Carossa. Nel 1785 vi è, anche, la Colla di Zor in Rudello.
§~ Etimo oscuro.
Zottini, contrada di
Il toponimo è citato solo nel 1641 ed è variante di contrada d’Aque: è una pezza di terra «montiva, et parte prattiva, corniva […, con] una staletta con la mittà del fenile, et un poco di corte» di proprietà di Battista Ghitti fu Faustino. L’altra metà della cascina è proprietà di Giulio Guerini fu Giacomo che la dichiara in contrada d’Aque.
§~ Etimo oscuro.
Zueri, contrada di
Il toponimo compare solo nel 1573: «Un’altra [pezza di terra] uts:a cont:a de Zueri à mezodi et sera strada tav:e cinque». Probabilmente a Pregasso poiché è proprietà di Francesco Zanotti la cui casa e gli altri beni sono tutti in questa frazione.
§~ Etimo oscuro.