La toponomastica maronese – lettera D
Roberto Predali
Dagagna, contrada della
Nel 1641, contrada della Dagagna ricorre 5 volte per 5 diversi appezzamenti. In un caso denomina un campo: «Una pezza di terra guastiva [improduttiva] […], chiamata Dagagna […] di tavole otto».
Nel 1785 vi è la contrada della Dagagna con un campo omonimo e la variante contrada della Degana con un campo detto Dagagna. Il campo è così descritto: «Una pezza di terra aradora, vidata, ed olivata nella contrada della Degana chiamata la Degagna [… ] a cui confina da mattina parte la valle […] a sera Filastro Zini». Filastro Zeni possiede anch’esso una pezza di terra detta Degagna, che confina a Est e a Nord con un’altra detta Termine.
Il toponimo Dagagna, presumibilmente, denomina i terreni in contrada del Termine che confinano con l’Òpol (forse, in origine, di pubblico utilizzo poiché riva di torrente, come lo erano gli “argini” del Bagnadore nel 1500), poiché lo Zeni si lamenta che una parte della sua proprietà è stata «nuovamente dissipatagli dalla valle».
§~ «Nell’età longobarda e franca Decania era la sede del Decano, pubblico ufficiale inferiore: era anche una suddivisione territoriale» [Gnaga].
Decania = parte di una centuria formata da 10 famiglie rette da un decanus [Du Cange].
La Degagna è una corporazione di diritto pubblico caratteristica della suddivisione territoriale della Leventina (è la valle formata dal fiume Ticino da Bedretto fino a Biasca) equiparabile alla nostra Vicinia. Nacque come unità ecclesiale-territoriale, si trasformò nel tempo in suddivisione a carattere economico, i suoi membri godono in comune di alcuni diritti sul territorio posseduto, in particolare alpeggi, pascoli e boschi. Oltre alla gestione di questi beni, essi controllavano i diritti di soma, con il conseguente incarico della manutenzione delle strade che toccavano il territorio di proprietà comune. Essa era retta da un console, eletto da un’assemblea dei degagnesi, che eleggeva pure i rappresentanti dell’esecutivo nella vicinanza.
Daque, cascina
La cascina Daque è posta sul fianco destro della valle dell’Òpol a Est di Marone nell’omonima località.
Alla fine 1700 in contrada Daque vi è una pezza di terra detta il Casello o al Marone che è proprietà dei Ghitti di Bagnadore - è nel fedecommesso - che poco prima del 1785 vi hanno edificato una stanza a volta, sìlter, con sopra il fienile.
Nel 1641, in contrada Daque vi sono 3 cascine, Daque, Marù e Casello.
La cascina compare, nelle mappe, dal 1808 in poi, senza indicazioni: nel 1808 è il mappale 1237 e 1239; nel 1842, nel 1898 e oggi il mappale è il 1629.
§~ In dialetto bresciano Aqua = acqua. La vicina valle a Sud-Est della cascina si chiama valle dell’Acqua Santa.
Daque, contrada
È la località montana posta sul fianco destro della valle dell’Òpol a Est di Marone, dove sorge l’omonima cascina.
Nel 1573 è detta anche contrada dell’Aqui, nel 1641 è denominata contrada di Daque e nel 1785 contrada d’Acque. Nel 1641 i terreni sono descritti come: «terra montiva, prattiva». Nel ’700 vi hanno possedimenti i Ghitti di Bagnadore.
Nel 1641 è detta, anche, contrada di Zottini.
Daleco, contrada di
Il toponimo - che si trova a Pregasso - compare una sola volta nel 1641: «Un’altra pezza di terra aradora, et vidata in contrada de Daleco […] di tavole vinti».
§~ Probabile variante di Dalgo.
Dalgo, contrada di Pregasso detta, terreno
Nel 1641 vi sono 2 appezzamenti contigui a Pregasso: «Una pezza di terra aradora, et vidata in contrada di Pregazzo, chiamata Dalgo […] di tavole trenta» e «Un’altra pezza di terra aradora, vidata, et olivata in detta contrada, chiamata Dalgo […] di tavole dieci». Nel 1785 è detto Dalco.
§~ Gnaga riferisce che il toponimo si ripete due volte anche a Limone del Garda; Olivieri indica Dalco come monte sopra Tremosine; vi sono, anche, una località Dalca nel comasco e una valle Dalgone in Trentino.
L’etimo è ignoto.
Daquadèl, bosco
Area a bosco posta tra le cascine Stallino a Ovest e Rai a Est, corrispondente, circa, al mappale 1273.
§~ Diminutivo del participio passato del verbo Daquà = innaffiare, irrigare.
Dassegni, contrada di
Il toponimo compare solo nel 1573, nella partita di Antonio Cristini detto il Todesco: «Un’altra [pezza di terra] arad:a, vid:a, guastiva, cont:a de Dassegni».
§~ L’etimo è ignoto.
Diél, terreno
È un campo - mappale 2564 - di circa 2000 mq, prevalentemente coltivato a olivi (con un edificio civile), posto tra via Caraglio a Ovest e via Sotto Rocca a Est.
§~ In latino medievale Diale = la superficie di terreno che un aratro può dissodare in un giorno [Du Cange].
Dipicco, contrada del Cornello di là di Vesto, terreno
È una «pezza di terra arradora, vidata olivata» di 20 tavole in contrada del Cornello di là di Vesto.
Il toponimo compare solo nell’estimo del 1785.
§~ Forse il toponimo - essendo in località Cornello, che già indica uno spuntone di roccia - va letto come Del Picco.
In latino medievale Picco = piccone [Du Cange], e vocaboli simili (Pica, Picea, etc.) indicano armi o strumenti a punta, e, in dialetto bresciano, per similitudine rocce a punta. Cornèl = piccola roccia o rupe.
Diserti, contrada del
Il toponimo compare solo nel 1573, nella partita di Antonio Zeni: «Un’altra arad:a cont:a del Diserti […] tavole novanta».
§~ «Deserto = luogo abbandonato, disabitato, incolto, voce anche dialettale», [Gnaga].
«Terra desertiva» per terreno incolto è anche negli estimi.
Dòf, Dòs, ’l, prato e bosco
Prato e bosco in Valloera (mappale 1572), delimitato a Ovest dalla Strada comunale dell’Acqua Santa, tra le cascine Foppella a Nord e Corno a Sud.
§~ Vedi Dòs.
Dolomite Franchi
Nasce nel 1919 - società per la produzione di prodotti refrattari basati sulla dolomite - per opera di Attilio Franchi. Dal 1993 è proprietà del gruppo RHI.
È in via Zanardelli 13.
Ora occupa in totale circa 23000 mq., di cui 14000 coperti.
L’area occupata dalla fabbrica era denominata, nei documenti dal 1500 al 1800, contrada di Polmagno (la cava dismessa e i forni) e contrada di Coi o del Follo (i nuovi impianti limitrofi a via Europa).
§~ Dal cognome del fondatore, Attilio Franchi.
Donatori del sangue, piazza
Piazzetta di recente costruzione, posta dove vi era il cortile dell’Asilo vecchio, il cui accesso era in via Trento: i condomini sono stati edificati abbattendo parte delle abitazioni di Curt de Via e il Municipio vecchio. Le fanno da cornice, su due lati, i condomini e, su un altro lato, ciò che rimane dell’Albergo due spade.
Dòs Antoniöl, colle
Colle boscoso e a prato (circa 80 m s.l.m.), a Sud di Cusinèl e Pergarone, sulla destra idrografica dell’Òpol (a cavallo dei mappali 1296 e 1559).
§~ Nell’estimo del 1785, i fratelli Antonioli di Sale Marasino sono proprietari due appezzamenti di 20 piò (circa 7 ettari) di terreno a prato e bosco in «contrada di Fostancher sul monte»; di 12 piò di pascolo, sempre nella stessa contrada, gli Antonioli sono proprietari fin dal 1641. I due mappali, oggi, misurano circa 9 piò (3 ettari).
Dal cognome Antonioli.
Dòs dei Ruch, colle
Colle posto nel bosco dei Ruch, tra la Baita dei Ruch e la Punta dei Dossi.
§~ Vedi Ronchi, Ruch.
In questo caso, però, si può pensare a una derivazione dal latino medievale Rocca, Rocha = Castellum vel presidium in rupe, seu clivio exstructum = fortilizio edificato su una rupe, o luogo ripido (clivia loca, in latino classico) che si eleva (dal latino classico Exto, are = sporgere, elevarsi sopra e Exstructio = costruzione).
Nei documenti cinque-seicenteschi l’intera località e il bosco sono denominati Rocca, per il loro essere impervi; col tempo, e per la vicinanza del toponimo simile Rota, il bosco ha preso quest’ultimo nome (a volte anche Gròta = in dialetto, terreno con frana a cucchiaio).
Dòs dela castégna, Dosso del Castagno
Colle a Est di Gariolo e a Sud della Valle del Carpino, all’incirca nei mappali 1688 e 1689.
§~ In dialetto bresciano, Castégna = frutto e pianta del Castagno.
Dòs de l’Atensiù, Dosso della Tensone [IGM], colle
Monte sul confine con il comune di Marcheno a Est di Ortighéra.
§~ La mappa IGM riporta l’italianizzazione Tenzone, quella CRT Tensione. Pare fosse un luogo panoramico dove i malghesi controllavano le mucche al pascolo. Atensiù = attenzione, è solo nel dialetto bresciano contemporaneo.
In dialetto bresciano, Tènder = guardare nel senso di fare la guardia, dal latino medievale Attendere = custodire, osservare, sorvegliare [Du Cange].
Dòs de Montasèi, Dosso di Monticelli, colle
Colle a Est del Baldo e a Sud del Dòs dela castégna, all’incirca nel mappale 5475.
§~ In dialetto bresciano, Mut = monte; Montasèi ne è il diminutivo plurale = monticelli, colli nel paesaggio montano.
Dòs de Valséda, Dosso di Valseda, colle
Il Dòs de Valséda - nel versante omonimo della valle - è posto Nord della cascina Rota dei Botasì.
§~ Valsèda, forse, dal latino medievale Sedimen = Idem quod Sedes, seu locus quivis vacuus, idoneus ad ædificandum vel plantandum, etc. = ha lo stesso significato di Sedes, ovvero luogo vuoto idoneo a essere fabbricato o piantarvi piante, [Du Cange].
Dòs Doline, colle
Colle nei pressi della Val d’Inzino, a Sud di Ortighéra, vicino al confine con il comune di Marcheno.
§~ Escludo l’origine da Dolina = cavità di origine carsica, termine colto, non di uso locale e inesistente nel dialetto come tale (semmai si usa, e non comunemente, il lemma Cuèl o Quél).
Nel 1573, Agostino Bontempi possiede «un altra [pezza di terra] arad:a vid:a, guast:a, mont:a cont:a del Dosso d’Alimet, a diman, et s:a strada tav:e sedes» di cui Doline potrebbe essere una storpiatura. In questo caso l’etimo è, a mio avviso, oscuro.
Dòs Gargià
Dosso a 1220 m. s.l.m. a Sud della cascina Croce di Marone.
§~ In dialetto bresciano, Guardià, (ma anche, a Marone, Guargià) = guardiano, chi vigila.
Dossel, Dosèl, cascina
Nel 1785: «una pezza di terra aradora, vidata, lamittiva, montiva, e prativa, con stalla, fenile, ed cosinetta sita nel Monte di Marone chiamata il Dossello». La cascina non compare negli estimi precedenti.
La cascina - mappale 1457 -, è posta in Monte di Marone ed è nelle carte dal 1808 in poi.
Nella mappa del 1842 è anche Dossello la cascina del mappale 1564, in zona Gas, detta nelle mappe successive Colmetto di sopra.
§~ In dialetto bresciano Dosèl = diminutivo di Dòs = rilievo di poca entità [in latino medievale = Dossum, dal latino Dorsum]. È il soprannome di una famiglia Ghitti.
Dossello, Dosèl, contrada
Il toponimo - relativo ai terreni che circondano l’omonima cascina in Monte di Marone - compare una sola volta nel 1573: «Un’altra arad:a vidata olivata guastiva contrata de Doselli […] tavoli dodese» e 2 volte nel 1641: «Un’altra pezza di terra aradora, vidata à monte di detta terra in contrada di Doselli […] di pio uno tavole sissanta» e «Un’altra pezza di terra aradora, et vidata in contrada del Dosello […] di tavole undeci». Dossello è detta, nel 1785, la «pezza di terra aradora, vidata, lamittiva, montiva, e prativa, con stalla, fenile, ed cosinetta sita nel Monte di Marone chiamata il Dossello […] di piò tre tavole venticinque» che è, con la medesima descrizione, nelle partite di Bonaventura Guerini fu Giulio e di Filastro Zeni.
Dossello, terreno e cascina
La cascina - detta anche Colmetto di Sopra - è il mappale 4439, al confine con il comune di Zone, a Est della cascina Gas. Il prato contiguo è il mappale 1564.
Dossi, Punta dei
Monte (m. 974) a Sud-Est di Marone, al confine con il comune di Sale Marasino.
§~ Dòsso = prominenza, sommità di un rilievo o d’altro. In geografia fisica, rilievo di poca entità che emerge da una superficie di diversa natura litologica. Per estensione, è rialzo presente sul terreno, per lo più di forma tondeggiante.
In dialetto bresciano, Dòs = dosso, ma il lemma non compare nei vocabolari del Seminario e del Melchiori. È, però, presente nel Vocabolario bresciano-italiano di Gabriele Rosa (1877).
In latino medievale, Dossum = dorsum = colle [Du Cange].
Dosso, contrada del
Dosso, il, terreno
Il toponimo compare in tutti gli estimi dal 1573 al 1785 ed è riferito a varie località indicate come contrada del Dosso o dei Dossi; vi sono anche pezze di terra dette il Dosso o i Dossi.
Un terreno detto Dòs è in contrada di Sotto Rocca tra il cimitero e via Vela; appezzamenti detti Dossi sono in contrada del Chios a Vesto e ai Molini di Zone e detti Dosso sono a Collepiano (ancora oggi, sopra Buciù vi è un campo con questo nome), a Pregasso, in Grumello, dove sorge l’omonima cascina in contrada di Dosso de Grimel; vi e poi la contrada di Dosso d’Alimet.
Dosso, Dòs, cascina
Sul territorio di Marone vi sono 3 cascine Dosso.
La prima, a Nord-Ovest di Marone in Monte di Marone (mappale 712), nella mappa del 1808 è indicata senza nome a Ovest della cascina Giardino; nelle mappe seguenti è detta, appunto, cascina Dosso.
La seconda, a Est di Marone, detta anche cascina Dossi (mappale 968), è al vertice di Grumello, sulla strada detta della Madonna (1808)
La terza, a Nord-Est di Marone (mappale 5103), nella mappa del 1808 è posta a Est della cascina Sèstola e della strada di Palastrone; nel 1842 è a Est della Strada comunale di Zone ed è raggiungibile per mezzo della Strada comunale detta dei Dossi.
Due spade, albergo
L’albergo due spade era in via Roma, a fianco del Municipio vecchio.
Dugale, Contrada della Breda di Sotto detta, Terreno
Nel 1785 è una pezza di terra arativa, vitata e olivata di 2,19 piò che confina a Sud con il Dugale (derivato dal Baravalle).
§~ Il toponimo Dugale è di area, lombarda, veneta, emiliana e toscana, probabilmente derivante dal latino ducere = condurre, trarre tirarsi dietro, portare con sé.
In dialetto bresciano: Dügàl (a Marone Giügàl) = canale che attraversa i campi delle colline per raccogliere l’acqua piovana e Dügàl = «solco acquaio, quello a traverso al campo per ricever l’acqua degli altri solchi e trarnela fuora» [Melchiori]; canale artificiale per irrigare i campi.
Dugale, Dügal o Giügal, contrada del
Il toponimo Dugale compare - anche nella variante Dugal, esclusivamente nella definizione dei confini - 31 volte nel 1573 e 42 volte nel 1641. Può indicare sia la Sèstola sia il Vaso Ariolo come, anche, qualunque canale artificiale derivante dai torrenti.
In un solo caso, nel 1641, vi è la contrada: «Una pezza di terra arradora, vidata, et parte lamitiva nella contrata del Dugale, confina à mattina strada comune, à mezodi Giovan Maria Guerino, mediante il dugale, à sera il lago, et à monte Bartholomeo Cazza di pio uno tavole duoi». In questo caso il toponimo è sicuramente riferito alla Sèstola.
Dusilì, el, colle
Colle a prato e bosco nei pressi della cascina Balestra.
§~ Diminutivo di Dòs.